THERESA MAY POSTICIPA IL VOTO PARLAMENTARE SULL’ACCORDO DI USCITA CONCORDATO CON L’UNIONE

In data 10 dicembre 2018, Il primo ministro britannico Theresa May ha comunicato al Parlamento la decisione di posticipare il voto sul Withdrawal Agreement inizialmente previsto alla House of Commons in data 11 dicembre 2018. Il voto è considerato necessario perché l’accordo tra Unione e Regno Unito circa i termini del recesso di quest’ultimo possa acquistare valore legale. Nel caso in cui l’Accordo di uscita venisse rigettato dai Commons e il Governo non fosse in grado di rinegoziare nuovi termini per l’Accordo di uscita con l’Unione Europea o di prolungare il termine dei due anni previsto dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE), si andrebbe incontro alla cosiddetta hard Brexit, senza alcun tipo di periodo transitorio.

La scelta di Theresa May di posporre il voto è stata giustificata dai dubbi manifestati nelle scorse settimane dai parlamentari del suo stesso partito, dai membri del Partito Unionista Democratico (DUP) dell’Irlanda del Nord e dall’opposizione laburista. Theresa May ha riconosciuto che l’Accordo di uscita, nei suoi termini attuali, sarebbe stato “rigettato con un margine significativo” dai parlamentari. Il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn ha definito la decisione della May come una “mossa disperata”, mentre a livello europeo è stato più volte ribadito che l’accordo concluso con il Regno Unito è l’unico possibile e non verrà modificato.

Uno dei punti più contestati dell’Accordo di Uscita è la cosiddetta soluzione di backstop (rete di sicurezza) relativa all’Irlanda del Nord. La soluzione di backstop garantisce che in assenza di un nuovo accordo condiviso tra Regno Unito ed Unione entro il termine del periodo transitorio (fissato per dicembre 2020), lungo il confine tra Repubblica d’Irlanda ed Irlanda del Nord sarà mantenuto l’attuale regime doganale che prevede il libero transito delle merci tra le due nazioni. Ciò comporterebbe, per il Regno Unito, la permanenza nell’Unione Doganale a tempo indefinito.

Grazie alla posticipazione del voto, il Primo Ministro mira a trattare nuove condizioni con l’Unione proprio in merito alla questione del backstop. La May ha dichiarato di voler “verificare attentamente se vi siano nuovi metodi per attribuire alla Camera dei Comuni il potere di garantire che ogni disposizione riguardo a misure di backstop abbia legittimazione democratica”.

Theresa May ha infine assicurato che il voto sull’Accordo di uscita avverrà entro il 21 gennaio 2019.

 

Davide Scavuzzo