RYANAIR VS BREXIT

INSIEME AD UNA SUA AMBIZIOSA E ALQUANTO BIZZARRA TEORIA SUL FUTURO DI RYANAIR E DEI “SUOI” AEROPORTI LOW-COST – CIOÈ, CHE ENTRO I PROSSIMI DIECI ANNI I VOLI AVRANNO COSTO ZERO GRAZIE AD ACCORDI COMMERCIALI CON GLI ESERCIZI SITUATI ALL’INTERNO DEGLI AEROPORTI CHE DIVENTEREBBERO, QUINDI, NIENTE PIÙ CHE DEI CENTRI COMMERCIALI CHE OFFRONO SERVIZI DI VIAGGIO COME EXTRA – L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI RYANAIR MICHAEL O’LEARY HA DETTO LA SUA ANCHE SULLA BREXIT.

Non è la prima volta che O’Leary si esprime sulla questione (prima del voto referendario le flotte Ryanair erano state tappezzate di slogan pro-remain) in ragione del palese interesse della società che rappresenta a che il Regno Unito goda dei privilegi dell’egida europea e dell’Open Skies Agreement, poiché Stansted ne rappresenta l’hub principale ed il Regno Unito una grande fetta di mercato.

O’Leary ha dichiarato che il Governo britannico non ha in realtà alcuna leva nelle negoziazioni con l’Unione Europea e che i politici al momento non hanno alcuna idea di come l’uscita dall’UE avrà luogo. Inoltre, ha affermato che il Regno Unito probabilmente non rimarrà parte dell’Open Skies Agreement, a meno che quest’ultima non decida di acconsentire alla libertà di movimento delle persone.

Ha aggiunto che, a meno che il Governo non riesca a negoziare la permanenza del Regno Unito nell’ Open Skies agreement, vi sarà da parte di Ryanair una diminuzione di interesse verso il mercato britannico, in primo luogo, deviando i piani di espansione dell’aeroporto di Stansted verso altri orizzonti europei, e poi anche in termini di servizi e rotte. Secondo O’Leary, la riduzione di capacità in termini totali che ne conseguirebbe porterebbe ad un aumento dei prezzi per i consumatori.

La mancanza di un accordo con l’Europa, ha inoltre aggiunto, avrebbe un forte impatto anche per i rivali EasyJet e British Airways, i quali comunque potrebbero sì aprire una seconda base in un altro Stato Membro dell’UE ma, viste le regole vigenti in tema di investimenti stranieri, potrebbero esserne titolari al massimo al 49,9%.

Sono parole dure quelle del’AD di Ryainair, i cui guadagni hanno già subito un forte calo a seguito della Brexit: con la perdita di 18 punti percentuali della sterlina, la compagnia low-cost ha già subito un colpo da 75 milioni di euro sulle sue finanze. O’Leary sta già pianificando le rotte per l’estate del 2019 e ha dichiarato che l’incertezza susseguente alla Brexit rende molto difficile pianificare il business.

Pietro Michea