In data 13 luglio 2017, il Governo britannico ha presentato ufficialmente il Great Repeal Bill, ovvero la legge che permetterà di integrare nell’ordinamento britannico la legislazione europea preesistente e di abrogare l’European Communities Act del 1972. Nonostante l’auspicio del Ministro per la Brexit, David Davis, che i diversi partiti possano collaborare per il bene del Paese, diversi parlamentari hanno già criticato aspramente il testo e minacciato di votare contro, in assenza di sostanziali modifiche.
La calendarizzazione del Great Repeal Bill alla Camera dei Comuni è prevista non prima dell’autunno 2017, ma la legge dovrà essere necessariamente approvata in tempo utile per l’uscita del Regno Unito dall’Unione, vale a dire entro marzo 2019.
Più particolarmente, il Great Repeal Bill convertirà le norme europee in diritto interno, al tempo stesso permettendo al Governo britannico di decidere quali norme e regolamenti mantenere post-Brexit. Si confida che ciò varrà a rassicurare imprese, lavoratori e consumatori sul fatto che non dovranno affrontare cambiamenti inaspettati nel giorno della Brexit. Il Great Repeal Bill abrogherà l’European Communities Act del 1972, che aveva formalizzato l’adesione del Regno Unito all’Unione e attribuito al diritto europeo il primato sulla legislazione nazionale. Il White Paper del Governo sul disegno di legge afferma che una semplice trasposizione della legislazione europea potrebbe essere problematica, in quanto molte leggi dell’Unione non saranno più applicabili al di fuori del contesto europeo. Infine, il disegno di legge ha altresì lo scopo di porre fine alla giurisdizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel Regno Unito.
Il Ministro ombra per la Brexit, Keir Starmer, ha sottolineato l’importanza che per il Partito Laburista riveste la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, minacciando di votare contro il Great Repeal Bill nel caso in cui la Carta non fosse incorporata nel diritto interno, e la preoccupazione per le cosiddette “Henry VIII Clauses”, che potrebbero consentire al Governo di modificare la legislazione senza un effettivo controllo parlamentare. Tali controverse clausole riguardano i meccanismi utilizzati dal Governo per modificare o abrogare una legge già approvata dal Parlamento e fanno diretto riferimento allo Statute of Proclamation del 1539, che permise a Enrico VIII di legiferare per atti sovrani, sostazialmente esautorando il Parlamento.
Per maggiori informazioni sul Great Repeal Bill, si veda il nostro precedente articolo al seguente LINK.
Davide Scavuzzo