QUINTA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE SUI PREPARATIVI PER UNA BREXIT SENZA ACCORDO

In data 12 giugno 2019, la Commissione Europea ha presentato la quinta Comunicazione sui preparativi per la Brexit[1]. Consapevole della situazione politica in cui il Regno Unito versa sul piano nazionale e dell’incertezza circa la ratifica dell’accordo di recesso concordato con il Governo britannico nel novembre 2018[2], la Commissione si prepara ad un’uscita senza accordo e, in vista del Consiglio Europeo del prossimo 20-21 giugno, fa il punto delle misure di preparazione e di emergenza predisposte.

A meno che il Regno Unito non ratifichi l’accordo di recesso entro il 31 ottobre 2019 o richieda una terza proroga, che il Consiglio Europeo dovrà approvare all’unanimità, a partire dal 1 novembre 2019 il Regno Unito diverrà un Paese terzo. Dal momento dell’uscita tutto il diritto primario e derivato dell’Unione non sarà più applicabile allo Stato uscente, senza alcun periodo di transizione e quindi con considerevoli conseguenze economiche e giuridiche per cittadini e imprese.

La Commissione ha iniziato a prepararsi ad un no deal scenario fin dal dicembre 2017, presentando ben 19 proposte legislative, 18 delle quali sono state adottate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio (un accordo politico è stato raggiunto sulla diciannovesima, il regolamento di emergenza sul bilancio dell’UE per il 2019, la cui adozione formale è attesa nel corso del giugno 2019)[3]. In merito, essa ha più volte ribadito come, nonostante la proroga del termine di cui all’articolo 50(3) TUE, tali misure continuino ad essere conformi agli scopi prefissati, e che pertanto non occorra modificarle nella sostanza né prevederne di nuove prima della nuova data di recesso.

La quintaComunicazione esamina i preparativi effettuati nell’Unione a 27 in settori quali i diritti dei cittadini in materia di soggiorno e di sicurezza sociale, le dogane e la fiscalità, i trasporti, la pesca, i servizi finanziari, i medicinali, i dispositivi medici e le sostanze chimiche. Come dichiarato dal Presidente Juncker dinanzi al Parlamento Europeo il 3 aprile 2019[4], infatti, in caso di uscita senza accordo il Regno Unito dovrebbe obbligatoriamente affrontare almeno le seguenti questioni prima che l’UE prenda in considerazione l’avvio di discussioni sulle future relazioni: (i) la necessità di tutelare i diritti dei cittadini che hanno esercitato la libertà di circolazione prima della Brexit; (ii) onorare gli obblighi finanziari assunti dal Regno Unito in qualità di Stato Membro; e (iii) mantenere la lettera e lo spirito dell’accordo del Venerdì Santo e la pace nelle due Irlande[5], nonché l’integrità del mercato interno.

Per quanto riguarda i diritti dei cittadini in materia di soggiorno e di sicurezza sociale, gli Stati Membri, in collaborazione con la Commissione, avevano preparato o adottato misure nazionali di emergenza prima del 12 aprile 2019 affinché i cittadini del Regno Unito ed i relativi familiari cittadini di Paesi terzi potessero continuare a soggiornare legalmente nel periodo immediatamente successivo all’eventuale recesso senza accordo[6]. Per quanto riguarda la tutela dei diritti di sicurezza sociale, in particolare, la Commissione ha collaborato con gli Stati Membri per integrare il livello di protezione fornito dal Regolamento 2019/500[7], ivi incluso un approccio unilaterale coordinato applicabile a tutte le persone assicurate i cui diritti possono essere fatti valere nel Regno Unito prima del recesso.

Con riferimento al settore delle dogane e dell’imposizione indiretta, la Commissione ha organizzato numerose riunioni tecniche e, prima della precedente data del recesso, aveva pubblicato note di orientamento su dogane, imposta sul valore aggiunto (IVA) e accise[8]. Inoltre, essa continua a portare avanti la propria campagna di comunicazione lanciata il 18 febbraio 2019 allo scopo di assistere le imprese e tutte le parti interessate nei preparativi per il recesso del Regno Unito dall’Unione[9].

Per quanto riguarda i trasporti, nel settore aereo il Regolamento 2019/502[10] contempla uno specifico meccanismo per il rispetto, a carico dei vettori aereidell’UE, delle prescrizioni europee in materia di proprietà maggioritaria e di controllo, mentre nel settore ferroviariogli operatori che non hanno ancora provveduto agli adempimenti richiesti per ottenere documenti validi nell’UE a 27 dovranno fare il necessario secondo quanto stabilito dal Regolamento 2019/503[11].

Nel settore della pesca, la Commissione ha ribadito l’importanza di un approccio coordinato con gli Stati Membri interessati nel prepararsi all’ipotesi che le navi dell’Unione non abbiano più accesso alle acque del Regno Unito. Di conseguenza, è stata posta in essere una collaborazione con gli Stati Membri per raccogliere informazioni nel formato appropriato, affinché le domande di autorizzazione dei pescherecci dell’Unione ad accedere alle acque del Regno Unito possano essere trattate non appena diventi applicabile il regolamento di emergenza sulle autorizzazioni di pesca[12].

In merito ai servizi finanziari, alcune imprese si sono portate notevolmente avanti con la pianificazione di emergenza, concludendo negli Stati Membri dell’UE a 27 contratti transfrontalieri, modificandoli (repapering) o cessandoli, e adeguando i modelli aziendali. Inoltre, diversi Stati Membri hanno già da mesi provveduto ad elaborare misure unilaterali che disciplinino le conseguenze di un no deal scenario sui cittadini e sulle imprese britannici operanti nei loro territori[13]. Tuttavia,poiché ancora molto rimane da fare, la Commissione continuerà a collaborare con le autorità di vigilanza unionali e nazionali affinché le imprese attuino pienamente i propri piani di emergenza.

Per quanto riguarda il settore farmaceutico, il recesso del Regno Unito dall’Unione inciderà su due tipologie di medicinali, ossia quelli autorizzati a livello centrale dalla Commissione Europea e quelli autorizzati a livello nazionale dagli Stati Membri. Per quanto riguarda i primi, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) sta lavorando al completamento del processo di conformità normativa, mentre per quanto riguarda i secondi la Commissione ha evidenziato ciò che rimane ancora da fare per mettere a norma i medicinali restanti entro il 31 ottobre 2019. Quanto poi ai dispositivi medici,prosegue il trasferimento dagli organismi notificati del Regno Unito a quelli dell’UE a 27. Diversi organismi notificati del Regno Unito stanno infatti istituendo nuovi organismi nell’UE a 27 o collaborano con gli organismi notificati negli Stati Membri dell’UE a 27 per trasferirvi i certificati dei loro clienti[14].

Infine, con riferimento alle sostanze chimiche, l’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha aperto una “linea Brexit” in REACH-IT[15]che spiega come fare per trasferire le registrazioni REACH prima della data del recesso.

Sara Capruzzi


[1]Com. Comm. COM(2019) 276 final del 12.06.2019, Stato attuale dei preparativi delle misure di emergenza in vista del recesso del Regno Unito dall’Unione europea.

[2]Draft Agreement, of 14 November 2018, on the withdrawal of the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland from the European Union and the European Atomic Energy Community, TF50 (2018) 55.

[3]Per ulteriori informazioni, si veda la Com. Comm. COM(2019) 195 final del 10.04.2019, Affrontare le conseguenze di un recesso del Regno Unito dall’Unione senza accordo: la strategia coordinata dell’Unione.

[4]Per ulteriori informazioni, si veda il seguente LINK.

[5]Per ulteriori informazioni circa gli ultimi sviluppi si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[6]Per una panoramica circa le misure adottate da vari Stati membri si veda il seguente LINK.

[7]Regolamento (UE) 2019/500 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 25 marzo 2019, che stabilisce misure di emergenza nel settore del coordinamento della sicurezza sociale in seguito al recesso del Regno Unito dall’Unione, GUUE L 85I del 27.03.2019.

[8]Consultabili al seguente LINK.

[9]Per ulteriori informazioni, si veda il seguente LINK.

[10]Regolamento (UE) 2019/502 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 25 marzo 2019, relativo a norme comuni per garantire una connettività di base del trasporto aereo in relazione al recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall’Unione, GUUE L 85I del 27.03.2019.

[11]Regolamento (UE) 2019/503 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 25 marzo 2019, relativo a determinati aspetti della sicurezza e della connettività delle ferrovie in relazione al recesso del Regno Unito dall’Unione, GUUE L 85I del 27.03.2019.

[12]Allegato 5 Com. Comm. COM(2019) 195 final del 10.04.2019, Attività di pesca: strategia coordinata in caso di recesso del Regno Unito dall’Unione senza accordo.

[13]Per ulteriori informazioni circa le misure per il settore finanziario introdotte nei vari Stati Membri si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[14]Per ulteriori informazioni circa l’impatto della Brexit nel settore dei medicinali, dei dispositivi medici e delle sperimentazioni cliniche si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[15]Per ulteriori informazioni, si veda il seguente LINK.