NO DEAL SCENARIO. UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL?

Tempi duri per Boris Johnson. Il Primo ministro inglese, infatti, ha subito la prima sconfitta significativa da quando è stato eletto.

In data 4 settembre, in occasione dell’ennesimo voto alla Camera dei Comuni, 21 membri del suo partito si sono schierati con l’opposizione a sostegno della legislazione che impedirebbe una soluzione no deal. Questa scelta, da imputare alla linea dura adottata da Johnson e culminata con la recente “prorogation” del Parlamento, ha comportato la sconfitta per 328 voti a 301 nella sessione tenutasi in tarda serata. La prorogation è un istituto che affonda le sue radici in un lontano passato, ed il cui utilizzo “creativo” in contesto Brexit ha fatto meritare al Primo ministro accuse di intrusioni “golpiste”.

Rimasto in minoranza, il premier britannico si è comunque opposto ad un’ulteriore estensione dei negoziati con l’Unione, presentando una mozione che richiede lo scioglimento della Camera dei Comuni e lo svolgimento di elezioni anticipate il 15 ottobre. Tuttavia, nonostante sia stata sostenuta da 298 voti con solo 56 contrari, poiché molti parlamentari dell’opposizione si sono astenuti, la mozione non ha ricevuto la maggioranza dei due terzi necessaria.

La proposta dell’opposizione per imporre un rinvio della Brexit in mancanza di un accordo condiviso con l’Unione alla scadenza del 31 ottobre ha nel frattempo superato la terza lettura, mentre le prossime mosse del premier rimangono ancora sconosciute.

Marco Stillo