LA DIREZIONE GENERALE CONCORRENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA HA CONFERMATO DI AVER CHIESTO INFORMAZIONI AL GOVERNO BRITANNICO IN MERITO AGLI INCENTIVI CHE SAREBBERO STATI CONCESSI A NISSAN MOTOR PER CONTINUARE A PRODURRE AUTOVETTURE NEL REGNO UNITO ANCHE DOPO LA BREXIT.
Come molte altre aziende presenti sul territorio britannico, anche Nissan – maggior produttore per volume di autovetture nel Regno Unito – a seguito del referendum popolare che ha sancito l’uscita dall’Unione Europea, aveva considerato l’idea di spostare la produzione del popolare modello Qashqai altrove per evitare i maggiori oneri fiscali e tariffari che avrebbe potuto subire qualora il Regno Unito non continuasse a fare parte del mercato unico.
Peraltro, gli incentivi promessi dal Governo britannico a conclusione di un incontro tenutosi il 14 ottobre scorso tra Carlos Ghosn, Presidente e CEO di Nissan, e il Primo Ministro Theresa May, che andrebbero a garantire lavoro ad oltre 7.000 persone, avrebbero fatto cambiare parere a Nissan, che avrebbe quindi manifestato la propria intenzione di mantenere la produzione nel Regno Unito.
Secondo Downing Street, la decisione di Nissan rappresenta “un segno di fiducia, la dimostrazione che la Gran Bretagna rimane aperta al business”. Di contro, John McDonnell, Ministro del Tesoro del governo-ombra laburista, commenta: “Andare di fabbrica in fabbrica a promettere incentivi o compensazioni per fare fronte a Brexit non è una politica economica, è una politica per il caos”.
Alexander Winterstein, portavoce della Commissione Europea, ha affermato che i contatti con le autorità britanniche sono iniziati a fine ottobre quando Carlos Ghosn ha dichiarato di essere “lieto di annunciare che Nissan continuerà ad investire nello stabilimento di Sunderland”, aggiungendo che “il supporto e le garanzie del governo del Regno Unito hanno permesso di confermare la produzione della prossima generazione di Qashqai e X-Trail a Sunderland.” Nissan ha quindi accolto con favore “l’impegno del Primo Ministro britannico, Theresa May, nei confronti del settore automobilistico e dello sviluppo di una strategia industriale globale”.
Sebbene non sia chiara la forma e la natura degli incentivi che il governo britannico avrebbe promesso, l’esecutivo europeo teme che questi possano costituire un illecito vantaggio a favore di Nissan rispetto ai suoi concorrenti in violazione delle norme in materia di aiuti di Stato.
Fin quando l’uscita dall’UE non sarà avvenuta (dunque, tra due/tre anni), il Regno Unito continuerà ad essere uno Stato Membro tenuto ad applicare la normativa UE sugli aiuti di Stato attualmente vigente. Inoltre il Regno Unito dovrà continuare a rispettare tale normativa anche a Brexit avvenuta se vi sarà accordo sul suo accesso al mercato unico.
Tutti gli Stati Membri sono in effetti tenuti a rispettare gli obblighi e le procedure di controllo previsti dal diritto UE primario e secondario ed, in particolare, l’obbligo di notifica di un progetto di aiuto di Stato e di standstill fin quando la Commissione non avrà espresso il proprio giudizio in merito.
A tal proposito, Alexander Winterstein ha dichiarato che il Governo britannico non ha notificato alcun progetto di aiuto di Stato a favore di Nissan alla Commissione pur avendo affermato di essere regolarmente in contatto con la Commissione in merito a varie questioni, tra cui (probabilmente) questa.
In aggiunta, un portavoce del Department of Business, Energy and Industrial Strategy ha precisato che “come ha dichiarato la Commissione europea, scambi di informazioni di questo tipo sono usuali”.
Pietro Michea