A seguito del Royal Assentricevuto in data 26 giugno 2018, l’European Union (Withdrawal) Bill approvato dal Parlamento britannico il 21 giugno 2018 (si veda il nostro articolo al seguente LINK) è diventato legge con il nome di European Union (Withdrawal) Act 2018 (disponibile al seguente LINK).
Il Ministro per la Brexit David Davies ha sottolineato l’importanza storica di questo passo, evidenziando che l’European Union (Withdrawal) Act 2018 abroga, a decorrere dalla data della Brexit, lo European Communities Act del 1972, la legge con la quale il Regno Unito era entrato a far parte dell’attuale Unione Europea, e permetterà fin da subito al Governo di elaborare nuove norme o aggiornare quelle esistenti in modo da rendere la legislazione britannica pronta all’uscita dall’Unione, in qualsiasi modo essa si realizzerà.
Le discussioni sul ruolo del Parlamento nella separazione di Londra da Bruxelles proseguono nonostante l’European Union (Withdrawal) Act sia diventato legge. Il 28 giugno 2018, infatti, il Comitato per l’uscita dall’Unione Europea del Parlamento britannico ha pubblicato un report che ammonisce sul rischio che il Parlamento non disponga di tempo sufficiente per discutere in modo esaustivo ed approvare l’Accordo di recesso se questo non venisse raggiunto prima di ottobre 2018. Il report evidenzia che, considerata l’importanza della decisione, è opportuno prevedere una discussione parlamentare piena di almeno cinque giorni. Inoltre, il Governo dovrebbe consentire al Parlamento di esprimersi attraverso un “voto significativo” sull’Accordo negoziato con l’Unione. Il report chiede altresì al Governo di chiarire come verranno attuate le disposizioni relative alle soluzioni di backstop per la questione irlandese e di concordare, nell’ambito dell’Accordo di recesso, un meccanismo per l’estensione del periodo transitorio previsto per la finalizzazione del testo legale sul futuro accordo di partnership con l’Unione, qualora tale periodo dovesse rivelarsi insufficiente. Il Comitato per l’uscita dall’Unione Europea ha analizzato anche l’ipotesi che la scadenza del 29 marzo 2019 possa essere posticipata per evitare una Brexit senza accordo, ma tale possibilità viene considerata poco probabile visto che sarebbe necessario il parere favorevole dei restanti 27 Stati Membri e che la Brexit coincide pressappoco con le elezioni del Parlamento Europeo, che si terranno a maggio 2019.
Davide Scavuzzo