LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE CHE IL REGNO UNITO PAGHI I COSTI DELLA BREXIT IN EURO

SECONDO UN DOCUMENTO ANCORA NON UFFICIALE CONTENENTE LE LINEE NEGOZIALI DELL’UNIONE EUROPEA IN MERITO ALLA PRIMA FASE DEL NEGOZIATO CHE PORTERÀ ALL’USCITA DEL REGNO UNITO, LA COMMISSIONE EUROPEA AVREBBE INTENZIONE DI PORRE A CARICO DELLO STATO USCENTE TUTTI I COSTI RELATIVI AL SUO RITIRO DALL’UNIONE.

Nello specifico, le linee negoziali prevedono la necessità di stabilire una protezione efficace per i cittadini europei e britannici, inserendo nell’accordo di recesso delle garanzie complete, efficaci e non discriminanti dei loro diritti. Inoltre, al fine di garantire un ritiro ordinato, il Regno Unito dovrà saldare tutti gli obblighi finanziari assunti prima della sua uscita definitiva dall’Unione. Le linee negoziali contengono altresì indicazioni circa gli accordi transitori nell’ambito giudiziario per la gestione dei procedimenti riguardanti il diritto dell’Unione attualmente in corso. Infine, il documento indica la necessità di individuare apposite garanzie per la permanenza nel mercato europeo e in quello britannico dei beni immessi negli stessi prima dell’uscita formale del Regno Unito dall’Unione.

La bozza sembra riprendere ed elaborare quanto già stabilito nella risoluzione del Parlamento Europeo approvata in data 5 aprile 2017 e nelle precedenti Linee Guida del Consiglio Europeo; tuttavia, una novità è l’approccio della Commissione in merito agli obblighi finanziari del Regno Unito, per il quale lo Stato uscente dovrà sostenere i costi specifici legati al processo di recesso, come ad esempio quelli relativi al trasferimento delle agenzie o di altri organismi dell’Unione con sede a Londra. Questi obblighi finanziari dovranno essere definiti in euro e non in sterline, così da evitare rischi legati ai tassi di cambio.

La pubblicazione del documento ha provocato numerose reazioni. Da un lato Mina Andreeva, portavoce della Commissione, ha affermato che l’Unione sta lavorando per essere pronta prima che inizi formalmente il negoziato per la Brexit e che saranno prodotti ulteriori documenti informali prima dell’adozione delle linee guida finali sul negoziato. Dall’altro, il membro del Partito Laburista Ben Bradshaw, uno dei principali sostenitori del gruppo “Open Britain”, a favore di una soft Brexit, ha ritenuto eccessivamente aggressiva la posizione della Commissione.

Solo una volta che i leader dei rimanenti 27 Stati Membri avranno approvato le linee guida generali del Consiglio Europeo, attualmente in discussione, la Commissione potrà adottare un suo documento operativo che rappresenterà una sorta di tabella di marcia per Michel Barnier, capo del gruppo di lavoro della Commissione responsabile per i negoziati per la Brexit.

 

Davide Scavuzzo