ALLA CONFERENZA SULLA COMPETITIVITÀ TENUTASI IL 28 NOVEMBRE A BRUXELLES, LA MINISTRA PER LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE DEL REGNO UNITO, LA BARONESSA LUCY NEVILLE-ROLFE, HA ANNUNCIATO LA VOLONTÀ DEL GOVERNO DI RATIFICARE L’ACCORDO SUL TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI. LA RATIFICA DEL REGNO UNITO – LA TREDICESIMA IN ORDINE DI TEMPO – COSTITUISCE UN PASSO IMPORTANTE, POICHÉ L’ASSENSO DI PARIGI, LONDRA E BERLINO, CHE SARANNO LE FUTURE SEDI DEL TRIBUNALE, È NECESSARIO PER DARE IL VIA AL SISTEMA DEL BREVETTO UNITARIO EUROPEO.
Naturalmente, la ratifica del Regno Unito pone molte domande in previsione della Brexit. Anche nel caso in cui il sistema del brevetto unitario europeo entri definitivamente in vigore – possibilità a questo punto a portata di mano visto che la ratifica della Germania dovrebbe seguire a ruota – come ci si dovrebbe comportare con il Regno Unito a Brexit avvenuta? Secondo Londra, la sua partecipazione al sistema del brevetto unitario europeo non è incompatibile con l’uscita dall’UE, in quanto tale sistema richiede la ratifica degli Stati aderenti per la sua implementazione e ufficiamente il Tribunale non è un Istituzione europea.
Londra è designata per ospitare la sede centrale del Tribunale in materia di brevetti farmaceutici e life sciences, a cui aveva ambito Milano, considerato che l’Italia si trova al quarto posto in Europa per domande di brevetto presentate all’Ufficio Europeo dei Brevetti, secondo le statistiche Eurostat del 2014. Sembrava quindi naturale che, dopo il risultato referendario inglese, Milano avrebbe potuto sostituire Londra in questo compito, con tutte le ricadute positive in termini economici che ciò avrebbe potuto comportare.
Le dichiarazioni della Ministra Lucy Neville-Rolfe hanno sicuramente colto tutti di sorpresa.
Pietro Michea