In data 14 Marzo 2018, il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione sul quadro delle future relazioni tra l’Unione Europea e il Regno Unito, consistente in una dichiarazione politica associata all’accordo di recesso. La risoluzione è stata adottata con 544 voti favorevoli, 110 voti contrari e 51 astensioni.
Per il Parlamento, la futura relazione dovrebbe essere basata su quattro pilastri, ossia: (i) relazioni economiche e commerciali; (ii) politica estera, cooperazione in materia di sicurezza e cooperazione allo sviluppo; (iii) sicurezza interna; (iv) cooperazione tematica, ad esempio sui progetti di ricerca e innovazione transfrontalieri. Inoltre, qualsiasi quadro per le future relazioni dovrebbe rispettare l’integrità del mercato interno, l’unione doganale e le quattro libertà fondamentali di movimento, senza consentire approcci settoriali, nonché il mantenimento dell’autonomia del processo decisionale dell’Unione, del suo ordinamento giuridico e del ruolo della Corte di Giustizia.
La risoluzione accoglie con favore il progetto di accordo di recesso presentato dalla Commissione il 28 febbraio 2018, in particolare, in materia di diritti dei cittadini, insistendo affinché, durante il periodo di transizione, ogni cittadino dell’Unione nel Regno Unito goda dei medesimi diritti di coloro che vi sono giunti prima del periodo di transizione. Il Parlamento respinge la proposta del Governo britannico di mantenere la discriminazione tra i cittadini dell’Unione arrivati nel Regno Unito prima del periodo di transizione e quelli che arriveranno dopo l’inizio di tale periodo. Con riferimento all’Irlanda e all’Irlanda del Nord, il Parlamento rammenta l’importanza dell’impegno del Regno Unito a garantire che non vi siano riduzioni di diritti, compresi i diritti sociali e democratici, le salvaguardie e le pari opportunità, come stabilito nell’accordo del Venerdì Santo, e ribadisce l’importanza del recepimento di tutti gli elementi delle libertà di spostamento e circolazione dei cittadini, quali sanciti dal diritto dell’Unione e dall’accordo del Venerdì Santo.
La risoluzione ribadisce anche l’importanza della salvaguardia della stabilità finanziaria dell’Unione e del rispetto del suo regime di regolamentazione e di vigilanza, aggiungendo che il quadro delle future relazioni tra l’Unione e il Regno Unito dovrà rispettare il giusto equilibrio tra diritti e obblighi, inclusi i relativi contributi finanziari. A tal riguardo, nella relazione comune pubblicata l’8 dicembre 2017 dai negoziatori dell’Unione Europea e del Regno Unito, che riporta i progressi raggiunti nella prima fase delle negoziazioni per la Brexit, il Governo britannico ha convenuto che gli impegni assunti dall’Unione a 28 saranno onorati dall’Unione a 28, Regno Unito compreso. Pertanto, lo Stato uscente contribuirà al bilancio dell’Unione fino al 2020. Ciò è stato recentemente confermato dall’Office for Budget Responsibility, che il 13 marzo 2018 ha pubblicato un documento contenente le prospettive economiche e fiscali del Regno Unito ed in cui risulta il cosiddetto “assegno divorzile” che ammonterebbe a circa 41,4 miliardi di euro.
Davide Scavuzzo