IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO MARTIN SHULZ SI È DETTO DELUSO, IN UNA LETTERA INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO DONALD TUSK, DELLE CONCLUSIONI DEI 27 CAPI DI STATO E DI GOVERNO CHE RICONOSCONO SOLAMENTE UNA POSIZIONE SECONDARIA AL PE NELLE NEGOZIAZIONI PER LA BREXIT.
Se il ruolo di secondo piano del PE sarà confermato, non si può escludere che lo stesso decida di perseguire accordi separati per regolare i rapporti con il negoziatore europeo Michel Barnier e il Governo britannico.
Schulz ricorda che il Parlamento potrebbe non approvare i risultati finali delle negoziazioni, con la conseguenza che i Trattati cesseranno di essere applicati nel Regno Unito alla fine dei due anni successivi all’attivazione della clausola di recesso, ma senza alcun accordo specifico che regoli i futuri rapporti con l’UE. Infatti, oltre alla Camera dei Comuni, il PE è la sola assemblea parlamentare con il potere di ratificare o meno gli accordi di uscita.
Schulz ha aggiunto che “Queste sono le più importanti negoziazioni che l’Europa abbia mai affrontato. Esse determineranno molto probabilmente se l’UE continuerà ad esistere nella forma attuale” ed ha ricordato che il PE è stato pienamente coinvolto nelle negoziazioni del Trattato di Lisbona dieci anni fa.
La Conferenza dei presidenti, inoltre, “ritiene fermamente che le Istituzioni europee e i 27 Stati membri devono rimanere uniti durante le negoziazioni” e che “il Parlamento è attivo per contribuire a questo fronte comune”, così come sottolineato nella lettera.
Pietro Michea