Il 5 dicembre 2018 il Governo del Regno Unito, a seguito del deposito di un Humble Address for a return, ha pubblicato il parere integrale[1] rilasciato dall’Attorney General, Geoffrey Cox, relativo agli effetti giuridici del Protocollo sull’Irlanda – Irlanda del Nord[2], annesso all’Accordo di uscita[3].
L’Humble Address è un istituto del diritto britannico che in origine consentiva al Parlamento di comunicare col Monarca. Più specificamente e agli effetti pratici, l’Humble Address for a return consente oggi al Parlamento di ordinare al Governo la produzione di documenti. Nel caso di specie, la Camera dei Comuni ha utilizzato tale istituto per la seconda volta[4] nei confronti del Governo a partire dal 2017. La pubblicazione dei documenti richiesti è avvenuta il 3 dicembre da parte dell’Attorney General, che ne ha riferito il contenuto in Parlamento. Il giorno successivo, ritenendo il parere incompleto, la Camera dei Comuni ha votato una mozione[5] per porre il Governo in contempt of Parliament, accusandolo di ostacolo all’attività parlamentare. Dunque, il 5 dicembre l’Attorney General ha depositato[6] la parte precedentemente omessa del suo parere.
Il parere analizza nella prospettiva legale la soluzione di backstop contenuta nell’Accordo di uscita dall’Unione che si applicherà per evitare la creazione di un hard border tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda e per tutelare il Good Friday Agreement del1998[7], nel caso in cui non venissero individuate soluzioni alternative al termine del periodo transitorio concordato (cioè dopo il 31 dicembre 2020).
Ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 4, del Protocollo, le disposizioni dell’Accordo di uscita troveranno applicazione a meno che e finché (“unless and until”) non venga trovato un (diverso) accordo tra Regno Unito e Unione Europea su come risolvere la questione del confine tra Irlanda ed Irlanda del Nord. Le parti saranno vincolate soltanto al principio di buona fede, richiamato dall’articolo 2 dell’Accordo di uscita ed al massimo impegno reciproco, ex articolo 184 del medesimo Accordo.
Secondo l’Attorney General, da un lato, l’art. 6, paragrafo 1, del Protocollo istituisce un territorio doganale comune tra Regno Unito e Unione Europea a fini fiscali, dall’altro, il paragrafo 2 stabilisce che solo l’Irlanda del Nord, e non anche la Gran Bretagna, accederà all’Unione Doganale Europea e al Mercato Unico così da consentire la libera circolazione delle merci tra i due territori. Ciò comporterà che l’applicazione della normativa comunitaria per quanto riguarda l’Irlanda del Nord troverà applicazione ad opera di un Paese terzo[8], il Regno Unito, determinando peraltro la separazione delle cosiddette quattro libertà[9] che sono alla base del mercato interno dell’Unione. Inoltre, il Regno Unito dovrà continuare ad applicare l’acquis comunitario in materia.
Nonostante le disposizioni dell’Accordo vengano intese come temporanee[10], il Regno Unito rischia in tal modo di rimanere legato in maniera “indefinita” all’Unione[11], mancando qualsivoglia riferimento alla durata del backstop. Per superarlo, le parti potranno ricorrere soltanto ad un successivo accordo. Il Regno Unito, dunque non potrà recederne unilateralmente[12] neppure se i negoziati si protraessero per molti anni dopo la conclusione del periodo transitorio o se gli stessi si rivelassero inconcludenti[13]. Infatti, secondo il diritto internazionale, che a partire dalla fine del periodo transitorio regolerà i rapporti tra Regno Unito e Unione, le parti di un accordo possono porvi fine o modificarlo soltanto tramite il consenso reciproco.
Infine, l’Attorney General sottolinea che nel caso in cui i negoziati per le relazioni future risultassero irrimediabilmente compromessi o in una fase di stallo, gli articoli 19 e 20 del Protocollo prevedono un meccanismo di risoluzione consistente nel ricorso ad un Panel che può imporre alle parti l’adozione di alcuni rimedi per far ripartire i negoziati, ma non la cessazione dell’Accordo di uscita o sue parti. Per la cessazione della formula di backstop, resterà in qualsiasi caso necessario il raggiungimento di un accordo politico tra Regno Unito e Unione[14].
Davide Scavuzzo
[1] Si veda il testo al seguente LINK.
[2] Si veda il testo del Protocollo sull’Irlanda del Nord al seguente LINK.
[3] Si veda il testo dell’Accordo di uscita al seguente LINK.
[4] La prima volta è stata nel 2017, per ordinare al Governo la pubblicazione dei documenti che mostravano l’impatto della Brexitsull’economia Britannica. La seconda è stata, appunto, il 13 novembre 2018.
[5] Per maggiori informazioni, si veda il seguente LINK.
[6] I parerei legali rilasciati dai Law Officersal Governo del Regno del Unito, secondo una convenzione costituzionale Britannica, non possono essere pubblicati da parte del Governo stesso senza il consenso dei Law Officers. Si veda al seguente LINK.
[7] Si veda il testo al seguente LINK.
[8] Si veda il punto 19 del parere.
[9] Si veda il punto 20 del parere.
[10] Si veda l’art. 1, paragrafo 4, Protocollo.
[11] Si veda il punto 16 del parere.
[12] Si veda il punto 24 del parere.
[13] Si veda il punto 30 del parere.
[14] Si veda il punto 30 del parere.