A seguito dell’approvazione delle direttive di negoziato supplementari da parte del Consiglio “Affari Generali”, riunitosi nella formazione a 27 Stati Membri, che prevedono la definizione del periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020, durante il quale il Regno Unito continuerà a partecipare all’unione doganale e al mercato unico (con tutte e quattro le libertà) e l’acquis dell’Unione continuerà ad applicarsi integralmente nei suoi confronti, la Premier britannica Theresa May ha annunciato che i cittadini europei che arriveranno nel Regno Unito durante tale periodo di transizione non godranno degli stessi diritti di chi vi si è stabilito prima della data di uscita.
Le regole per chi arriva nel territorio britannico dopo il 29 marzo 2019 potrebbero includere permessi di lavoro obbligatori, un accesso limitato alle prestazioni sociali e l’obbligo di registrazione all’arrivo.
La May ha infatti affermato che vi deve essere una differenza tra coloro che sono entrati nel territorio britannico prima della Brexit e coloro che verranno dopo.
La dichiarazione della Premier ha scatenato numerose reazioni. Guy Verhofstadt, rappresentante del Parlamento Europeo nei negoziati sulla Brexit, ha ribadito che i diritti dei cittadini europei durante il periodo di transizione non sono negoziabili, mentre il Parlamentare Europeo Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari, ha sottolineato che non verrà accettato un accordo di transizione sulla Brexit che crei discriminazioni tra i cittadini dell’Unione, ricordando che le quattro libertà fondamentali devono rimanere indivisibili durante la transizione.
Preoccupazioni sono state espresse anche dalle organizzazioni rappresentative dei cittadini, sia europei che britannici. Nicolas Hatton, co-fondatore di “the3million”, che rappresenta i cittadini europei residenti nel Regno Unito, ha dichiarato che la distinzione che la May vuole instaurare causerà solo confusione e problemi burocratici. Mentre “British in Europe”, la coalizione che riunisce i gruppi sostenitori dei cittadini britannici in Europa, ha evidenziato che ogni dichiarazione con cui la Premier britannica rifiuta le proposte dell’Unione sui diritti dei cittadini europei ha ripercussioni dirette anche sui diritti dei cittadini britannici residenti nell’Unione.
Davide Scavuzzo