La Camera dei Lords del Regno Unito, con un’abbondante maggioranza di 366 favorevoli e 268 contrari, ha approvato un emendamento alla European Union (Notification of Withdrawal) Bill 2016-17 (di seguito “EU Bill”) in base al quale il voto finale su qualsiasi tipo di accordo raggiunto dal Governo nell’ambito del negoziato di uscita con l’Unione Europea spetterebbe a entrambe le Camere del Parlamento, che godrebbero, quindi, del potere di rifiutare gli accordi raggiunti e invitare il Governo ad avviare nuove trattative.

Quali diritti rischiano di essere maggiormente colpiti? Il diritto alla cittadinanza UE; il diritto di residenza e di cittadinanza britannica; i diritti allo studio, ad effettuarestage e tirocini e al riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche professionali; licenze e autorizzazioni; il diritto di partecipare a gare per l’assegnazione di appalti e concessioni; l’eventuale perdita di requisiti qualificanti

Il quotidiano britannico The Guardian sarebbe entrato in possesso di un documento riservato, redatto dalla commissione giuridica del Parlamento Europeo (PE), nel quale si afferma che dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea spetterà a ciascuno Stato Membro decidere se consentire ai cittadini britannici di continuare a risiedere all’interno dei propri confini oppure no.

Il lungo cammino che porterà all’inizio formale della Brexit non è privo di ostacoli. Subito dopo il voto definitivo con cui la House of Commons ha approvato il progetto di legge che consentirà al Governo di attivare la clausola di recesso di cui all’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea, il leader laburista Jeremy Corbyn ha affermato che “la vera lotta inizia ora”.

La sentenza del 24 gennaio rappresenta il passaggio conclusivo di una vicenda giudiziaria che ha preso il via pochi giorni dopo il referendum del 23 giugno 2016. Infatti, già il 26 giugno 2016, una prima azione giudiziaria sulla necessità di sottoporre al voto parlamentare la possibilità di invocare l’art. 50 era stata instaurata dal Sig. Deir Dos Santos.