Il referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e l’attivazione delle procedure di cui all’articolo 50 del TUE da parte del Primo Ministro britannico Theresa May hanno suscitato un vasto dibattito sul futuro dell’Europa. È un evento di portata storica, le cui conseguenze coinvolgeranno gli ambiti più disparati, ivi compreso quello della difesa e della sicurezza comune.

Con una dichiarazione a sorpresa, il Primo Ministro Theresa May ha contraddetto la sua posizione, più volte ribadita nei mesi scorsi, e nella mattinata del 18 aprile ha convocato la stampa per annunciare la sua decisione di proporre una mozione al Parlamento al fine di indire una “snap election”, cioè un’elezione generale prima della scadenza naturale della legislatura in corso.

In vista dell’uscita del Regno Unito dall’Unione, la Commissione Europea ha reso nota la sua intenzione di registrare due iniziative riguardanti i diritti dei cittadini dell’Unione nel contesto del recesso di uno Stato membro dall’UE, respingendo invece una terza proposta dal titolo “Stop Brexit”. Un’iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione affinché questa proponga un atto…

A causa della Brexit, il Regno Unito – e Londra in particolare – potrebbe rischiare di perdere la leadership come giurisdizione di elezione per la risoluzione delle controversie transnazionali.

Soprattutto l’Inghilterra e il Galles sono da tempo considerati fori ideali per intraprendere un’azione giudiziaria, in ragione delle caratteristiche uniche del sistema di common law britannico, particolarmente allettanti nelle controversie transnazionali civili e commerciali e meno restrittive rispetto ai sistemi continentali.