BREXIT: ANCORA INCERTEZZE SULL’USCITA EFFETTIVA
26 LUGLIO 2016: IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA ADOTTA UNA DECISIONE CHE STABILISCE UN NUOVO ORDINE IN BASE AL QUALE GLI STATI MEMBRI TERRANNO LA PRESIDENZA DI TURNO FINO AL 2030.
26 LUGLIO 2016: IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA ADOTTA UNA DECISIONE CHE STABILISCE UN NUOVO ORDINE IN BASE AL QUALE GLI STATI MEMBRI TERRANNO LA PRESIDENZA DI TURNO FINO AL 2030.
2 AGOSTO 2016 – JEAN–CLAUDE JUNCKER, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, HA ANNUNCIATO L’INTENZIONE DI AFFIDARE A SIR JULIAN KING, CANDIDATO COMMISSARIO BRITANNICO IN SOSTITUZIONE DEL DIMISSIONARIO JONATHAN HILL, IL PORTAFOGLIO SULL’UNIONE DELLA SICUREZZA.
JUNCKER ORA DOVRÀ CONSULTARE IL PARLAMENTO EUROPEO.
26 LUGLIO 2016: IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA ADOTTA UNA DECISIONE CHE STABILISCE UN NUOVO ORDINE IN BASE AL QUALE GLI STATI MEMBRI TERRANNO LA PRESIDENZA DI TURNO FINO AL 2030.
27 luglio 2016: il presidente della Commissione europea, Jean–Claude Juncker, nomina ufficialmente Michel Barnier come capo negoziatore responsabile della taskforce della Commissione per la preparazione e lo svolgimento delle negoziazioni con il Regno Unito ai sensi dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. Barnier ricoprirà tale posizione, equiparata a quella di un direttore generale, a partire dal 1° ottobre 2016.
Per Roberto Jacchia, senior partner di De Berti Jacchia, «per la professione legale Brexit costituisce un’opportunità di lavoro con contenuti inediti, specialistici e ad alto valore aggiunto.
Il 29 giugno 2016 si è tenuto l’incontro informale dei capi di stato e di governo dei 27 Stati membri dell’Unione Europea (“UE”), con l’esclusione della Gran Bretagna, a cui hanno partecipato anche i presidenti del Consiglio Europeo, Donald Tusk, e della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
La Brexit produrrà conseguenze rilevanti in tutti quei settori (di cui alcuni elencati di seguito), più o meno armonizzati a livello UE, in cui le società e i cittadini del Regno Unito non potranno più beneficiare dei diritti e delle libertà fondamentali riconosciute dai trattati o da atti legislativi di diritto derivato.
+30 milioni di persone (pari al 71,8% degli aventi diritto) sono affluite alle urne per esprimere il loro voto su un referendum che è già passato alla storia.
Con il 51,9% ha vinto il “leave”: ha prevalso, cioè, la volontà di far uscire il Regno Unito dall’UE (la cosiddetta “Brexit”).
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