In data 5 settembre 2017 è stato pubblicato da The Guardian, un quotidiano britannico indipendente di area “liberal”, un nuovo documento del Ministero dell’Interno britannico che descrive le modifiche e le proposte da mettere in atto nel quadro del sistema dell’immigrazione con riferimento ai futuri accordi tra il Regno Unito e l’Unione Europea.
Nel documento (trapelato per vie non ufficiali) viene proposta l’introduzione di significative modifiche al sistema di immigrazione tramite tre distinte fasi:
- durante la prima fase si vuole garantire ai cittadini europei che risiedono nel Regno Unito da prima di una determinata data, la possibilità di continuare a risiedervi e presentare domanda per ottenere un determinato status; si vuole altresì gettare le basi per il futuro regolamentando a livello nazionale la migrazione europea tramite un disegno di legge ad hoc ;
- nella seconda fase, che inizierà a seguito dell’effettivo recesso del Regno Unito dall’UE, verrà introdotto un periodo transitorio durante il quale verrà richiesto ai cittadini europei trasferitisi in territorio britannico prima di una determinata data e che intendono risiedervi per un lungo periodo, di registrarsi presso il Ministero degli Interni per ottenere un permesso di residenza;
- la terza fase prevede l’introduzione delle nuove norme sull’immigrazione al fine di tutelare l’interesse nazionale e controllare il numero e il tipo di migranti, sia temporanei che permanenti di qualsiasi origine, che entrano nel Paese.
Il nuovo documento propone altresì delle misure specifiche allo scopo di ridurre il numero dei lavoratori europei poco qualificati. Infatti, i lavoratori stranieri altamente qualificati in possesso di un contratto di lavoro di durata superiore ai 12 mesi potranno fare domanda per un permesso di soggiorno di una durata che varia fra i 3 e i 5 anni; se non altamente qualificati, i lavoratori stranieri potranno ottenere un permesso della durata massima di 2 anni.
Tra le altre proposte del documento rientrano inoltre l’obbligatorietà del passaporto per tutti i viaggiatori che vorranno fare ingresso nel Regno Unito, nonché varie misure volte a privilegiare nel mercato del lavoro i cittadini britannici e a limitare i ricongiungimenti familiari dopo che sarà completato il processo di uscita di Londra dall’UE.
Le reazioni non sono mancate: la laburista Yvette Cooper, ha attaccato il Ministro degli Interni, Amber Rudd, che solo un mese fa aveva annunciato di voler istituire delle consultazioni sulla questione immigrazione prima di arrivare a presentare delle proposte. L’europarlamentare tedesco Elmar Brok, membro della Commissione per gli affari esteri del Parlamento Europeo, ha avvertito che la linea espressa dal documento potrebbe ridurre la credibilità del Regno Unito nel negoziato in corso fra Londra e Bruxelles.
Se questo effettivamente è il piano della Premier britannica Theresa May, è difficile immaginare come possa essere raggiunto un accordo di divorzio soddisfacente tra Regno Unito ed Unione Europea, nonché delle buone relazioni commerciali future, nelle trattative in corso con l’Unione. Secondo Michael Barnier, capo negoziatore per l’Unione Europea nella trattativa per la Brexit, al momento tali trattative non hanno prodotto sufficienti progressi, con il rischio di un ritardo per l’inizio della seconda fase del negoziato.
Sara Capruzzi