IL CAPO NEGOZIATORE DELL’UE PER LA BREXIT, MICHAEL BARNIER, HA RECENTEMENTE DICHIARATO CHE IL PROCESSO DI RECESSO DEL REGNO UNITO SI DOVRÀ CONCLUDERE ENTRO OTTOBRE 2018. ALLA LUCE DELL’ANNUNCIO DELLA PREMIER BRITANNICA DI FORMALIZZARE L’USCITA ENTRO MARZO 2017 (SEMPRE CHE LA CORTE SUPREMA NON ARRESTI IL PROCEDIMENTO E RIMETTA L’ESITO DEL REFERENDUM AL VOTO DEL PARLAMENTO), LA DICHIARAZIONE DI BARNIER PROSPETTA UN ARCO TEMPORALE DI CIRCA UN ANNO E MEZZO PER COMPLETARE LE NEGOZIAZIONI E LA STESURA DELL’ACCORDO.
Qualora tali scadenze fossero rispettate, Londra sarebbe fuori dall’UE a tutti gli effetti prima delle elezioni europee che si terranno nella primavera del 2019.
Barnier, a cui ha fatto eco a distanza la cancelliera Angela Merkel durante il Congresso dell’Unione Cristiano-Democratica ad Essen, ha nuovamente affermato che al Regno Unito non sarà concessa la possibilità di scegliere selettivamente (cherry picking) quali libertà fondamentali mantenere e quali no. Infatti, le quattro libertà fondamentali (stabilimento, persone, servizi e capitali) sono indivisibili e Londra non potrà ottenere un pieno accesso al mercato unico, qualora rifiutasse l’entrata sul proprio territorio dei cittadini di altri Stati Membri.
Barnier ha affermato inoltre che durante le negoziazioni i 27 Stati Membri dell’UE manterranno una posizione unitaria. Nonostante le elezioni politiche che si terranno a breve in Francia e Germania, l’accordo sulla Brexit non comporterà condizioni differenziate fra gli Stati Membri.
L’intenzione di Barnier è che l’accordo sia chiaro e preciso e che tenga in considerazione il punto di vista dell’Unione. Il capo negoziatore, riassumendo la sua posizione, ha chiosato in perfetto stile British “Keep calm and negotiate”.
Pietro Michea